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VUOTO A RENDERE: IL RITORNO DI UN SISTEMA VIRTUOSO

Luca Mombellardo

BEGOGÌ MARKET | CARREFOUR

Che fine ha fatto il vuoto a rendere? Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta era un sistema molto in voga in Italia: consisteva nell’applicazione di un piccolo sovrapprezzo, di fatto un deposito cauzionale di poche lire, applicato al prezzo delle bevande in bottiglia, che veniva restituito al cliente nel momento in cui riportava appunto il vetro al negoziante. Paradossalmente, proprio l’Italia ha abbandonato il vuoto a rendere dopo averlo inventato, mentre diversi stati europei ne hanno colto i vantaggi. Un esempio virtuoso è quello della Germania, dove viene praticato largamente sia dai grandi supermercati sia dalle attività locali per la raccolta del vetro, con una cauzione di 8 centesimi per le bottiglie di vetro e 15 per quelle di plastica. In alcuni paesi nordici come Svezia, Danimarca e Norvegia, il vuoto a rendere per il vetro è addirittura obbligatorio per legge. Questo sistema è stato implementato per ridurre il consumo di materie prime e l’enorme quantità di rifiuti derivanti dall’uso di bottiglie usa e getta. Le aziende si sono impegnate a raccogliere, pulire e riutilizzare le bottiglie restituite, permettendo di risparmiare energia e ridurre l’inquinamento. Il vuoto a rendere offre una serie di vantaggi sia per chi lo promuove, come produttori e distributori, che per l’ambiente. Innanzitutto, consente alle aziende di ridurre i costi legati alla produzione di nuove bottiglie, poiché quelle restituite possono essere lavate e riutilizzate più volte. Anche dal punto di vista ambientale comporta notevoli benefici: riduce significativamente la quantità di rifiuti di imballaggio, contribuendo a combattere l’inquinamento. Inoltre, il processo di riutilizzo delle bottiglie richiede meno energia rispetto alla produzione di nuovi contenitori, contribuendo a ridurre le emissioni di gas serra e l’impronta di carbonio complessiva. Anche in Italia, però, qualcosa inizia a muoversi: nell’Astigiano (e non) il proprietario di Begogì Market, Giampaolo Bego, ha installato fuori dalle sue attività, il Carrefour Express di Montechiaro d’Asti e il Carrefour Market di Alba, una macchina che raccoglie e compatta le bottiglie di plastica, corrispondendo agli acquirenti un buono sconto, totalmente a carico del negozio, legato alla tessera a punti. Il servizio è stato accolto molto bene dalla clientela, la risposta è stata ben al di sopra delle aspettative, ma il risultato migliore è quello di aver reintrodotto un valido sistema per ridurre gli sprechi e impattare sempre meno sull’ambiente, grazie anche ai piccoli gesti quotidiani delle persone comuni.

BEGOGÌ MARKET | CARREFOUR
Strada Stazione 35, Montechiaro d’Asti
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