Cioccolato al latte o cioccolato fondente? Ognuno di noi ha la sua risposta del cuore. Di solito da bambini preferiamo quello al latte, più dolce e chiaro, ma poi molti preferiscono optare per un gusto più intenso, più amaro e scelgono di convertirsi al cioccolato fondente. Alcuni guardano la percentuale di cacao sulla confezione prima di scegliere quale barretta comprare. Indipendentemente dalle preferenze personali, il cioccolato è diventato parte della cultura culinaria e l’attenzione che dedichiamo alla ricerca della migliore qualità, prima di consumarlo, è un indicatore dei nostri valori. Insieme a Simona di Ort e Parot vi proponiamo un approfondimento sulle qualità del fondente, per una scelta più consapevole del cioccolato da regalare alle prossime feste pasquali. Oltre a essere una piacevole coccola, il cioccolato apporta diversi benefici di cui non tutti siamo a conoscenza. Ha una grande concentrazione di ferro, importante per l’emoglobina e la mioglobina, per un buon funzionamento del trasporto di ossigeno ai muscoli e al resto del corpo. Inoltre, è ricco di fibre. Il cioccolato fondente è un prodotto tradizionalmente vegano, è adatto anche in gravidanza e può venire in aiuto di chi soffre di pressione alta, se consumato nelle giuste quantità. Qual è, però, la quantità giusta? Idealmente bisognerebbe mangiare cioccolato tre o quattro volte a settimana. La quantità dipende anche dalla percentuale di cacao presente nel cioccolato. Qui, infatti, dobbiamo sfatare un mito. Contrariamente a quanto siamo soliti credere, una più alta percentuale di cacao non è necessariamente indicatore di un prodotto più sano. Infatti, se leggiamo sull’etichetta una percentuale alta, cioè sopra il 75%, dobbiamo sapere che ci troviamo di fronte a un prodotto che sicuramente contiene meno zuccheri, tuttavia è più grasso. Il cioccolato fondente al 99% può arrivare anche a un 50% di grassi. D’altronde tutti gli alimenti, se consumati in grandi quantità, possono diventare poco salutari, ma non esiste nessun alleato del buon umore migliore del cioccolato. C’è chi ne conserva sempre un po’ nella dispensa per averlo a disposizione quando si è un po’ giù di corda. Sfuso, in barrette, nel caffè, cremoso o come calda bevanda, il cioccolato è buono nelle sue mille forme, ma a Pasqua non possono mancare le famose uova. Questo dono in occasione della festività cristiana primaverile ha antiche origini ed è ampiamente diffuso nel mondo occidentale. La forma ha un forte senso evocativo: l’uovo è in natura il custode di una nuova vita; con riferimento alla festività viene usato per celebrare la resurrezione. Anche la storia del cioccolato ha origini antichissime, che risalgono al periodo dei Maya, nata intorno al 1500 a.C. Il termine deriva da due nomi aztechi che significano ‘amaro’ e ‘acqua’. Originariamente, il cioccolato veniva consumato solo come bevanda e le fave di cacao non erano accessibili a tutti, bensì erano considerate un bene prezioso. Con una lunga storia, questo alimento si è evoluto fino a oggi conservando il suo gusto che nei secoli ha continuato a essere molto apprezzato. Su dieci persone nove amano il cioccolato, la decima mente. Anche dopo le festività non dimentichiamoci che si possono creare tante ricette antispreco, utilizzando il cioccolato in mille forme diverse: per cucinare un tortino dal cuore morbido, un salame dolce, un soufflé, un budino o una semplice torta. Gli elementi fondamentali affinché il dolce sia buono sono due: tanto amore e un cioccolato di alta qualità! E allora per questa Pasqua lasciatevi consigliare dall’esperta Simona, che vi aspetta nella sua storica attività Ort e Parot in Corso Alfieri 15, dal martedì al sabato dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30. Simona vi saprà guidare nella scelta del cioccolato più adatto alle vostre richieste e vi farà sicuramente fare bella figura con i vostri cari.
